Questa icona mi fu commissionata da don Andrea Santoro, sacerdote della diocesi di Roma missionario in Turchia, che io e mio marito Vito abbiamo avuto la grazia di conoscere quando era parroco della chiesa romana Gesù di Nazareth, nostra prima parrocchia da giovani sposi. Il suo desiderio era di rendere il più bello possibile l’ingresso della chiesa di Santa Maria in Trabzon dove svolgeva la sua missione, in modo da invitare ad entrare quanti sarebbero passati di lí. Non ebbe opportunità di vederla ultimata in quanto il 5 febbraio 2006 venne ucciso proprio in quella chiesa mentre pregava, da un giovane del posto. Per questo l’icona fu poi completata aggiungendo dei particolari iconografici che lo ricordassero, a partire dalla Bibbia che teneva tra le mani, ‘testimone’ del martirio in quanto colpita dal proiettile che attraversò anche il suo corpo.
L’icona ha un carattere prettamente liturgico.
Maria, tabernacolo vivente, come Madre di Dio e Madre nostra custodisce e dona a ciascuno di noi il Pane del cielo, nutrimento per la vita eterna.
Il piccolo Gesù, raffigurato tra le sue braccia aperte in segno di invito e accoglienza, è collocato nel calice eucaristico. Con la mano destra benedice, mentre con la sinistra sorregge un globo coronato da una croce, simbolo della sua regalità in Cielo e in terra.
Ai lati due angeli adoranti sono nell’atto di offrirgli doni.
Quello di destra tra le mani regge una rosa, segno della vita di don Andrea donata per amore e, quindi, del suo martirio.
L’angelo di sinistra sorregge invece una stola e la Bibbia che don Andrea spesso teneva tra le mani ( come il giorno in cui fu assassinato), roccia sulla quale ha gettato le fondamenta della sua vocazione e missione sacerdotale per essere sempre più sacramento di Gesù Sposo, Pastore e Mastro.
2 Responses
Grazie, per la testimonianza di fede che attraverso la bellezza del linguaggio iconografico ci fa sentire popolo di Dio partecipi della realtà divina.
Grazie e buon cammino, insieme, alla sequela di Cristo, Via, Verità, Vita!