Ho realizzato l’ icona ‘Doni per la Chiesa’ per il X Convegno teologico-pastorale del Progetto misterogrande 2021 sul tema: “Complementarietà tra sacerdote e sposi nella missione della Chiesa“. E’ un argomento di estrema importanza ed attualità ecclesiale. Partendo da un approfondimento dell’identità donata dai rispettivi sacramenti, si arriverà ad evidenziarne la concretizzazione pastorale. L’Ordine e il Matrimonio, in quanto sacramenti ‘complementari’, sono essenziali per la vita della Chiesa. Entrambi infatti “hanno nell’amore di Cristo, che dona se stesso per la salvezza dell’umanità, la medesima radice; sono chiamati ad una missione comune: quella di testimoniare e rendere presente questo amore a servizio della comunità, per l’edificazione del Popolo di Dio” (Benedetto XVI).
Un’ esperienza di…complementarietà
Con mio marito Vito ringrazio il Signore per aver messo sulla nostra strada don Renzo Bonetti, responsabile del Progetto misterogrande, di cui siamo collaboratori. E’ un sacerdote autenticamente innamorato, come pochi, del sacramento del matrimonio. Ha il carisma di condurre sempre più nella bellezza e nella profondità del Mistero grande di grazia del sacramento delle nozze, da vivere ed annunciare. E’ stato un onore ‘scrivere’ l’icona ‘Doni per la Chiesa’ sotto la sua guida sapiente ed umile, accanto al sostegno di mio marito. Insieme abbiamo gustato la comunione nello Spirito Santo che ci ha ispirato e guidato ‘sulle sue ali’ per rendere visione la bellezza della Chiesa. E’ davvero Mistero grande da vivere, con-dividere e contemplare nella sinfonia divina della diversità dei suoi doni…e colori!
Lettura iconografica
Cristo Sposo anche oggi dona la vita alla Chiesa sua Sposa
“Ti farò mia Sposa per sempre, ti faro’ mia sposa, nella giustizia e nel diritto, nell’ amore e nella benevolenza, ti faro’ mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore.” (Os 2,21-22)
Questa promessa nuziale ha il suo big-bang in Dio- Trinita’, relazione divina d’amore: “ In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati“. (1Gv 4,9-10)
Per questo l’ icona ha una struttura compositiva cristocentrica: la croce gloriosa, che si stacca dal fondo per la sua colorazione rosso porpora, ne e’ il fondamento. Cristo è il Re, il Signore, il cui unico potere è l’amore crocifisso nella potenza invincibile della sua croce gloriosa con cui continua a purificare, fortificare e quindi vivificare la Chiesa conducendola, come Buon Pastore, Maestro e Sposo, alle nozze eterne.
A queste ultime allude la Gerusalemme celeste definita da tre semicerchi concentrici (simbolo della Trinità) e dal fondo oro, il seno del Padre da cui la Chiesa ha origine e al quale tende per compiersi.
Sulla destra si staglia il braccio benedicente di Dio Padre, l’Amante, dalla veste bianca in quanto all’unisono col Figlio nell’alleanza e nella missione sponsale. Dalla bene-dizione di Dio ha origine la ri-creazione nell’amore. E’ un movimento discendente che culminera’, per l’incarnazione del Figlio, nel Mistero pasquale: Dio, che con la sua mano potente ha creato il mondo, rigenera continuamente la Chiesa-Sposa raffigurata come pietra preziosa incastonata nella croce gloriosa del Figlio, vivificandola con un amore totale, fedele, indissolubile e per questo fecondo, “…tutti i giorni, fino alla fine del mondo“ (Mt,28-20)
Leggermente piu’ in basso sulla sinistra il braccio di Cristo Sposo, il Figlio, l’Amato che regge una corona d’oro pronta per ornare la Chiesa-Sposa. Simbolo di dignità regale, nella sua forma rotonda la corona richiama ogni perfezione, la pienezza della promessa nuziale ‘per sempre’, e la natura divina di gloria e di onore a cui è chiamata a partecipare. Il rosso porpora della veste, lo stesso della croce gloriosa e della casula del presbitero, e’ il colore della regalità che, in riferimento al sangue versato dalla croce, racchiude in se’ anche il duplice significato di principio di vita e di martirio in quanto Corpo donato per amore.
Le ferite dell’ Amore crocifisso inferte dalla Sposa ( simboleggiate dalla stimmate della mano), sono ora feritoie d’amore e di pienezza di vita (significate dai tre piccoli raggi dorati) per aiutare la Sposa a divenire sempre più santa e immacolata al suo cospetto. All’incontro con lo Sposo non si tratterà di arrivare senza debolezze, senza ferite, ma con un corpo che ha fatto di quelle ferite un’opera di misericordia, di cura, di accoglienza, di comunione d’amore, tessendo relazioni in forza della specificità della propria vocazione e missione.
Lo Spirito Santo e’ l’artefice di questo tessuto comunionale sponsale “…perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perche’ il mondo creda che tu mi hai mandato“(GV 17-21)
Un movimento interno all’icona sembra quasi animarla, conferendole un tocco solenne di gioia, di festa che ruota intorno ad un’ asse centrale che ha la sua origine nel gesto benedicente di Dio e la sua continuitá nel raggio di luce dorato, la cui estremitá si triplica, ad indicare la partecipazione della Trinita’ al Mistero sponsale di salvezza.
Dei tre quello piu’ lungo e’ il raggio dello Spirito Santo che per i Padri della Chiesa è, come in una danza trinitaria di unita’ nella distinzione, la gioia di un banchetto nuziale che non avrà mai fine. E’ sinfonia, fecondità, stupore, creatività, ricchezza di carismi, comunione. È l’eredità che ci ha lasciato Gesù prima di entrare nella sua passione d’amore :” Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena!” (Gv 15,11)
La Chiesa con Maria dice Sì a questo mistero d’amore, lo contempla e si coinvolge, per essere con Lei la Sposa di Gesù
Nel riquadro in alto a sinistra, accanto alla croce e’ raffigurata Maria, la Madre di Dio, come attesta l’iscrizione greca in forma contratta ai lati dell’aureola, che la identifica appunto come la “ Theotòkos”.
E’ l’unica con lo sguardo rivolto verso il Mistero d’amore Trinitario: é l’invito a guardare in alto, alla meta del nostro pellegrinaggio terreno, con uno sguardo di stupore e di accoglienza, di fiducia e di benedizione, come il suo. E’ l’immagine dell’incarnazione e della Chiesa: lei che ha tessuto nel suo grembo il Verbo, ora tesse con amore materno la Chiesa conducendola al compimento delle nozze.
Maria non possiede il proprio Figlio: accolto come dono assoluto, ce lo dona ai piedi del talamo della croce dove la sua fecondita’ materna e divina si ‘incontra’, nel ‘costato’ squarciato, con quella del Figlio originando la Chiesa, rigenerata con un battesimo di sangue ed acqua.
Rinnovando il suo “Eccomi” protegge e si prende cura di ogni creatura: è la Chiesa- Madre in cammino verso Cristo e a Lui orientata. La Chiesa è Sposa con Maria e in Maria. Per questo il suo è un atteggiamento orante, con le mani disposte in offerta e supplica: intercede presso Dio per il mondo e la Chiesa.
È la purissima, la tutta santa; la sua postura austera e solenne è segno della verità immutabile della Chiesa. È unione tra Cielo e terra, Arca dell’alleanza, come sta ad indicare il suo mantello sponsale bianco che trasborda sulla croce, fino a toccare la mandorla centrale: “ Per questo la invochiamo come ‘Porta del cielo’, una porta che ricalca esattamente la forma di Gesu’: la porta del cuore di Dio, cuore esigente, ma aperto a tutti noi”( papa Francesco).
Un gruppo di santi viene da lei introdotto in Paradiso. Indossa una veste azzurra (é il colore della fede, dell’alleanza con il divino in silenziosa umiltá) e un mantello sponsale regale che, per le decorazioni dorate, si differenzia da quello dei santi: lei è l’inizio della Chiesa-Sposa, perché la tutta Santa.
La salvezza si realizza con la presenza viva del Risorto che continua nella Chiesa anche mediante i due sacramenti per la missione: Ordine e Matrimonio.
La realta’ Chiesa, come pietra preziosa (vale la passione, morte e resurrezione di Cristo) e’ incastonata nella croce gloriosa di Cristo.
In una effusione incessante di grazia e di benedizione nello Spirito Santo, è inscritta in una mandorla circolare simbolo dell’eternità e della circolaritá dell’amore: l’amore accolto del Padre, in Gesu’ ci spinge ai fratelli , per tornare al Padre a sua lode e gloria.
Questo spiega il gesto degli sposi che innalzano le braccia non solo in segno di accoglienza del Mistero grande, ma anche per lodare e ringraziare Dio.
La mandorla, come lente di ingrandimento sulla realta’ ecclesiale, ne evidenzia la ricchezza di doni da accogliere, contemplare e vivere. In essa i sacramenti dell’Ordine e del Matrimonio sono per il servizio in sinergia con la molteplicita’ dei carismi e delle vocazioni.
È un mistero di comunione nella unità-distinzione donata dallo Spirito ( a cui alludono il raggio più lungo e la colomba) di tale fecondita’ da irradiarsi secondo cerchi concentrici via via sempre più grandi, fino a ‘toccare’ il Paradiso, nella figura dei santi ai quattro angoli dell’icona, sottolineandone cosi’ l’unione con la Chiesa celeste. È una chiamata alla comunione che, a causa del peccato, è faticoso cammino nella fedeltà, in forza della grazia battesimale simboleggiata dal biancore delle vesti e delle stelle luminose.
La croce gloriosa di Cristo dice la natura della relazione sponsale : dare tutto per amore. Per questo campeggia al centro della composizione, troneggia gloriosa come albero che offre il suo frutto di immortalità, l’eucaristia, secondo un’ opera di salvezza che continua mediante anche i due sacramenti per la missione: Ordine e Matrimonio.
La coppia di sposi e il prete si indicano accogliendosi vicendevolmente per tessere, guidati dallo Spirito Santo (sulle cui ali poggiano come solide colonne), il Corpo mistico di Cristo, la Chiesa, Madre e Sposa. É la necessaria complementarietà della propria missione ad unirli come servi ‘inutili’ (senza utile) dell’Amore.
Sposi
In forza del sacramento del matrimonio, gli sposi sono richiamo permanente di ciò che è accaduto sul talamo della croce. Sono distributori di un amore fecondo, indissolubile, fedele, a cui alludono le piccole croci che traspaiono nei motivi decorativi a rombo dell’ abito nuziale.
Gli sposi, creati ad immagine e somiglianza di Dio, hanno nel loro DNA la possibilità di vivere l’amore nella logica trinitaria della relazione dell’unita’ e distinzione: lui, lei e il noi di coppia come unita’ del maschile e femminile. Per questo sono raffigurati accolti fra le braccia l’uno dell’altro, in una tensione che li unisce (come simboleggia il gioco delle loro vesti che in alcuni punti sembra unificarsi), senza pero’ annullare la specificita’ del loro essere maschile e femminile (sottolineato dalle sfumature azzurre e rosate che affiorano qua e la’ tra il bianco). Stessa significato nelle scarpe che indossano: un paio unico, ma di colorazione diversa, nera l’una e bianca l’altra.
La dinamica relazionale della diversità nell’unità, a cui allude la decorazione bianca dei rombi tenuti insieme da un motivo lineare a reticolo, deve essere anche il principio comunionale e modo di essere Chiesa. La missione degli sposi nel matrimonio e’ quella così di costruire relazioni d’amore in quanto sacramento di Gesu’ amante.
Prete
La vocazione e la missione del presbitero e’ , in quanto sacramento di Cristo Capo, Sposo, Pastore, Maestro, quella di servire la comunita’, avendone cura e aiutandola a crescere sempre piu’ come Sposa.
E’ pero’ necessario che stabilisca una relazione speciale con gli sposi, in quanto il Mistero grande inscritto nel loro amore e’ cartina tornasole di ogni identita’ sponsale, come quella che lo lega alla sua comunita’ e alla Chiesa intera. Per questo motivo e’ raffigurato rivolto agli sposi in atteggiamento di accoglienza e di contemplazione del Mistero grande in loro.
Indossa la veste sacerdotale liturgica come segno di partecipazione al sacerdozio nuovo di Cristo, in quanto ministro della Chiesa:
-il camice bianco, colore sponsale e battesimale;
-la casula rosso porpora, il colore dell’ amore donato, lo stesso che lo accomuna a Cristo nella veste, nella croce gloriosa e nel vino eucaristico.
Regge una lampada ad olio accesa per indicare agli sposi e alla Chiesa tutta come vivere questo tempo di attesa della venuta dello Sposo: con la fiamma della fede e dell’amore sempre viva, perché alimentata dall’ olio dello Spirito che guida e sostiene la nostra quotidianità tessendo relazioni.
Le ali sulle quali campeggiano gli sposi e il presbitero non sono solo quelle dello Spirito Santo, ma anche della Chiesa in quanto comunione fraterna e sponsale proprio in forza dello Spirito che la abita.
Fondamento e forza dell’essere tessuto glorioso di Chiesa che salva, sono: la Parola, l’Eucaristia e il servizio.
La presenza dello Spirito Santo come di colui che conduce, guida, trasforma e ri-crea, si manifesta nella luminosità dell’icona stessa oltre che nella sua raffigurazione in forma di colomba, annullando cosi’ ogni altra sorgente di luce. Come lo Spirito tesse l’unita’ della Chiesa nella diversita’ delle vocazioni e dei carismi, cosi’ lo stesso Spirito fa’ della Parola un canale di grazia e di vita per chi l’ascolta, la medita e la custodisce nel suo cuore, e trasforma il pane e il vino nel corpo e nel sangue di Gesu’.
Posto al di sopra delle specie eucaristiche richiama le preghiere liturgiche di epiclesi prima e dopo la consacrazione: la prima perché trasformi le specie del pane e del vino nel corpo e nel sangue di Cristo, la seconda perché faccia dei fedeli un solo Corpo in Lui.
Il calice ed il pane sono collocati sull’altare della Parola, come suo frutto e annuncio: “ E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14). Sono presenza permanente di Gesu’ Sposo che, con la potenza dello Spirito, continua la sua missione sponsale di alleanza e di salvezza nel Padre “…..perché’ siano una cosa sola come noi siamo una cosa sola. Io in loro e tu in me, perche’ siano perfetti nell’unita’ e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me” (Gv 17, 22-23)
E’ l’ invito al banchetto eucaristico, dove si spezza la Parola e ci si nutre di Cristo, per incarnare l’amore nell’ordinarietà della vita quotidiana.
Il drappo bianco è simbolo del servizio: “… si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto…Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: “Capite quello che ho fatto per voi? Se mi chiamate il Maestro e il Signore, dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi” (Gv 13, 4-5.12-15)
Lo stile della nuzialitá è quello che ha vissuto e ci ha insegnato Gesu’. É un frutto eucaristico e della Parola. É rimanere nel suo amore come tralci vivi e fecondi.
I segni della Parola, dell’ Eucaristia e del servizio sbordano sulla mandorla: sono doni da accogliere per vivere sempre piu’ in uscita la sponsalita’, a partire da una intimita’ d’amore sempre più profonda con Gesu’ Sposo.
I sacramenti dell’ordine e del matrimonio, a servizio di tutte le vocazioni e carismi.
I sacramenti dell’ ordine e del matrimonio sono a servizio di tutte le altre vocazioni e carismi, generando in loro vita. Questi ultimi sono per ciò simboleggiati da stelle luminose disposte lungo la fascia scura più’ esterna della mandorla.
Sono luci cruciformi per sottolineare, anche per questa realtà’ ecclesiale, l’adesione al mistero pasquale e sponsale di Cristo, a cui allude il colore bianco che le accomuna. Ad una osservazione più’ attenta, pero’, ci si accorge che al loro interno, ognuna e’ distinta dall’altra da un nucleo di colorazione diversa, ad evidenziare la varietà’ e l’unicità’ di ogni personale chiamata e carisma, mai pero’ più’ importante delle due realtà’ sacramentali raffigurate sulle ali dello Spirito e di cui necessitano in quanto strutture portanti per vivere e tessere la Chiesa in modalità’ sponsale.
E’ bello ‘leggere’ la realta’ iscritta nella mandorla come l’evidenziatore di cosa sia la Chiesa: una realta’ guidata e animata dallo Spirito che si regge sui due sacramenti per la missione, ma abbellita anche dalla ricchezza delle stelle delle vocazioni e carismi.
Anche il filo della mia presenza è indispensabile oggi, in maniera unica irripetibile, per tessere il tessuto di salvezza che è la Chiesa di Cristo.
Al di sotto della mandorla centrale un tessuto è disteso sulla croce gloriosa, conformandosi ad essa. E’ la veste nuziale di salvezza della Chiesa-Sposa. Il suo colore prevalentemente bianco indica la sua natura battesimale e sponsale.
Nello contempo è anche una veste variopinta, perche’ di una Sposa sì unificata, ma caratterizzata dalla varietà delle vocazioni e carismi evidenziati nella mandorla centrale.
Per questo, come decorazione, ritroviamo i i rombi bianchi tenuti insieme da un reticolo, proprio della veste degli sposi, dove il motivo cruciforme al loro interno questa volta lascia trasparire il colore rosso della croce gloriosa a sottolineare che la coppia, in complementarietà con il presbitero, richiama la presenza di Gesu’ amante.
Le croci rosso porpora ricamate sul bordo ( di dimensioni piu’ grandi e di colore piu’ intenso), appartengono invece al presbitero che, nella specificita’ del sacramento ricevuto, è segno della presenza di Gesu’Capo.
Il tessuto relazionale della Chiesa si tesse con il filo bianco della trama degli sposi e quello rosso del presbitero che parte da una croce rossa ancora incompleta; entrambi i fili sono visibili nel bordo inferiore ancora da tessere perche’ in via di compimento: nulla è definito, tutto è in divenire.
Ma perche’ tutto questo avvenga, e’ necessario anche il filo dell’ordito, un filo divino (per questo dorato) ed indistruttibile, quello dello Spirito Santo, raffigurato anche lui ‘sospeso’, tra quello degli sposi e del presbitero.
La veste non sarebbe pienamente sponsale se non contemplasse anche quella varieta’ di vocazioni e carismi che contribuiscono a rendere il tessuto ancora piu’ luminoso, prezioso e bello. Sono le numerose e variopinte pietre preziose, incastonate nel filo d’oro dello Spirito Santo, lungo il bordo perimetrale.
Anche il filo della mia presenza e’ indispensabile per tessere oggi il tessuto di salvezza, contribuendo cosi a essere Chiesa e costruire Chiesa: essendo originale, unico e irripetibile, senza di lui il tessuto perderebbe in bellezza e preziosita’.
E’ il vestito che la Chiesa-Sposa tesse attendendo e preparandosi all’incontro con il suo Sposo, che la incoronera’ di gloria: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredita’ il regno preparato per voi” (Mt 25,34).
Il paradiso e’ quel Regno di cui parla Gesu’, nell’icona simboleggiato dalle figure di santi raggruppati ai quattro angoli, in atto di contemplare il Mistero dei Doni per la Chiesa. Sono coloro che partecipano, nella sua pienezza e compimento, al banchetto nuziale dell’Agnello: “Rallegriamoci ed esultiamo, rendiamo a lui gloria, perché sono giunte le nozze dell’Agnello; la sua sposa è pronta: le fu data una veste di lino puro e splendente“ (Ap 19, 6-8)
Per questo indossano vesti bianche, così luminose quasi da non distinguersi l’una dall’altra, formando una veste nuziale che li avvolge come unico corpo. Al contrario i volti sono riconoscibili e caratterizzati: anche in Paradiso vivremo il compimento e la perfezione della comunione in Dio, senza pero’ che venga annullata quella specificita’ che ci differenzia l’uno dall’altro.
Il bianco delle vesti che, per la maggiore luminosita’, si differenzia da quello che la Chiesa sta ancora tessendo, indica che il confezionamento del loro abito e’ stato ultimato per rispondere compiutamente all’ amore dello Sposo, dopo aver servito in vita questa nuzialita’ con il loro esempio e le loro opere. Stando con Maria alla presenza del Signore, per la postura solenne ed austera, ma nello stesso tempo di umile raccoglimento contemplativo, sembrano proclamare in unione alla Chiesa pellegrina nel mondo il loro ‘Amen’ come atto di abbandono totale al Signore, riconoscendolo roccia e fondamento del Mistero che contemplano.
Ne scaturisce un senso di quiete e di pace interiore che invita anche noi, oggi, a proclamare, insieme a Cristo l’ Amen per eccellenza, il nostro Amen gioioso e grato.
“Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen“(Ap 7,12)
4 Responses
Stupenda, sono senza parole, sono sorella Lella della fraternità Maria Immacolata, bagnara Calabra
Grazie! Sono contenta che le sia piaciuta. È un inno alla Bellezza della Chiesa nella ricchezza di tutti i suoi carismi e segni. Anche la sua fraternità mariana è ‘contemplata’ in questo Mistero grande.
Fantastica scrittura. Mi ha colpito un particolare volutamente incompiuto. Quando avrò il piacere di leggere le vostre spiegazioni su questa fantastica icona?
Grazie
Ho completato la spiegazione dell’icona “Doni per la Chiesa”.
Buona lettura, meditazione e contemplazione del “Mistero grande”!